11 febbraio 2011

CHIANTI D'AUTORE


Forse è una mia percezione errata del comun sentire o delle impressioni sentite da amici e conoscenti. Probabilmente anche a causa della "nomea" del passato, del fiasco di paglia e delle troppe aziende stile "industriale" presenti in gdo.
Vorrei però sfatare dal bicchiere, il luogo comune che i chianti sono vinelli semplici, spesso fatti solo per il turismo e di scarso valore qualitativo. E' certamente difficile generalizzare su un comprensorio così esteso come quello chiantigiano, la docg più vasta d'Italia, è inevitabile che vi siano anche produttori "mercanti".
Alcuni fatti più recenti, sono però confortanti.
Negli ultimi anni infatti, modificato il vecchio disciplinare che permetteva anche uve bianche e dopo un breve periodo con alcune deviazioni stilistiche in favore di merlot e cabernet, c'è stata una forte "rinascita".
Molti produttori di zone elette hanno deciso, ad esempio, di seguire l'idea della famiglia Manetti, precursori a Montevertine nell'esaltare al massimo il sangiovese, con piccole aggiunte di soli vitigni autoctoni come canaiolo o colorino.
Questo "movimento" virtuoso ha permesso a molte nuove aziende di mettere sul mercato e nei nostri bicchieri alcuni vini di assoluto livello gustativo e qualitativo (compromesso equilibrato). Proprio in questi giorni ne ho assaggiati alcuni davvero rappresentativi e dall'ottimo rapporto qualità/prezzo.
Nonostante un'identità toscana molto spesso comune, ogni comune del Chianti ha caratteristiche territoriali e geografiche che si manifestano con sfumature e differenze nei vini.
I nomi dei produttori sono molti, alcuni nuovi, altri più classici e in questo blog alcuni davvero speciali voglio citarli: la Porta di Vertine, vino di grande impatto aromatico e suadenza al palato, il Pian del Ciampolo (un chianti anche senza la fascetta rosa), esempio della classicità e tipicità di un vino toscano, Monteraponi, il più austero e cerebrale, Monsanto e Castell'in Villa, due grandi con tanta storia alle spalle e infine Valdellecorti, più semplice dei precedenti ma di grande bevibilità.
Un "metodo" che consiglio sempre, è girare per le cantine dei comuni più vocati come Gaiole, Radda, Panzano, Barberino o Castelnuovo Beradenga e assaggiando i vini direttamente in cantina cercare di scoprire quale faccia del Chianti ci rappresenta maggiormente.
Di Chianti ce
n'è sempre per ogni gusto e tasca.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Awesome informazioni, molte grazie allo scrittore dell'articolo. È comprensibile per me ora, l'efficacia e l'importanza è da capogiro. Grazie ancora e buona fortuna!

Anonimo ha detto...

hi, new to the site, thanks.

Anonimo ha detto...

grazie per i nomi suggeriti-ora il difficoltoso sarà trovarli perchè al supermercato non ci sono
ciao
Ezio

Andrea Pagliantini ha detto...

Montevertine, Monteraponi, Monsanto, Val delle Corti, questi si grandi vini dietro ai quali stanno grandi persone sensibili alla campagna e alla vigna.

Andrea Pagliantini ha detto...

E Castell'in Villa che mi ero dimenticato di citare, gran bella azienda, gran bei vini anche li.