21 novembre 2011

LA MACCHINA DEL TEMPO

Tra i molti motivi per cui mi piace il vino, mi affascina la sua potenzialità di andare indietro nel tempo, negli anni. Quando una bottiglia è ben conservata e il vino contenuto sa invecchiare, è una specie di regalo speciale poter entrare in contatto con qualcosa di tangibile del tempo andato. Nessun altro alimento ha la capacità di far rivivere una stagione del passato, anche lontano, come se fosse un viaggio nel tempo. Inoltre -come noto- il vino evolve e spesso alcunie bottiglie aperte molti anni dopo l'imbottigliamento, riescono a dare emozioni anche maggiori rispetto a quando il vino è stato messo in commercio, è il bello dei vini da invecchiamento.
Così capita che, aprendo una bottiglia del 1990, il pensiero va all'anno in cui è stato fatto quel vino e nella bottiglia oltre all'uva fermentata ci sono i raggi del sole di quella primavera, la pioggia e tutto il resto, insieme ad un pezzetto delle persone che erano con noi in quell'anno e che magari non ci sono più.
Penso questo per ricordare un uomo che nel 1990 ci ha lasciati più soli, mentre bevo con la testa più che con la bocca un meraviglioso Chaeau Ferriere 1990, un bordeaux elegante come il mio caro amico.
La memoria che si accende con il vino è pura magia.

8 novembre 2011

(GOMMA) PANE CINESE

Mi piacciono la cucina cinese, giapponese, vietnamita, thailandese e indiana sia per l'uso e la cottura particolare di molte materie prime che come fonte d'ispirazione per "contaminare" le preparazioni mediterranee che ovviamente cucino più spesso.
Per esempio gli spaghetti di soja sono semplici da reperire e da preparare, il sapore non è troppo intenso, non colonizza gli altri ingredienti e si abbinano meravigliosamente con tutto, dalla verdura a carne e pesce.
Su ricetta di un'amica cinese sto cercando di imparare a fare i ravioli al vapore, che oltre alla versione originale, mi immagino declinati anche con ripieni tradizionali della cucina italiana. Poi adoro infinitamente le spezie, in particolare quelle indiane e le radici come zenzero e wasabi che danno sempre una piacevole "scossa" ad alcuni piatti.

Quello però che non mi piace e che mi lascia insoddisfatto ogni volta che vado in un ristorante "orientale" è la mancanza del pane. Capisco di essere poco elastico e che il riso svolge a grandi linee quella funzione "assorbente" su intingoli e salse ma la croccantezza e la consistenza del pane sono per me difficilmente sostituibili. Ad esempio la scorsa settimana in un ristorante fusion dove si può mangiare scegliendo tra piatti di stampo cinese, giapponese o indiano, dato che il mio pollo al curry aveva una salsina invitante ho chiesto se avevano del pane così mi hanno portato il pane cinese, ovvero una specie di palla di gomma bianca che assomiglia alla gomma pane e ha il sapore dell'ostia da chiesa. Per me è più inutile che immangiabile e sul menu costa ben 2 euro.
Insomma trovo che non sarebbe un'eresia se nei ristoranti "etnici" servissero anche un piccolo cestino di pane per gli irriducibili. Farebbe apprezzare ancor di più molte preparazioni.