17 luglio 2011

PERCHE' NOI NO?

Ieri ho fatto un giro in nord Piemonte, partendo da Fara Novarese fino a Lessona.
Sono strade e terre storiche di vini, soprattutto rossi a maggioranza nebbiolo (con aggiunte di vespolina, croatina, barbera ecc.) di notevole potenziale d'invecchiamento e molto spesso anche notevole livello qualitativo. Le denominazioni sono parecchie, da quelle più recenti o meno blasonate come le Colline Novaresi, Coste della Sesia, fino alle più nobili e storiche Gattinara, Boca, Lessona e Ghemme.
Guidando ho verificato che la distanza da ovest a est tra Fara Novarese e Lessona è di 29 km.
Praticamente la stessa che c'è da nord a sud tra Gevrey-Chambertin e Pommard, nella Cote d'Or in Borgogna ed anche l'area generale vitivinicola delle tipologie ha più o meno gli stessi metri quadrati (non gli ettari vitati).
Aldilà delle ovvie differenze storiche, degustative, di vitigno (in Borgogna l'unica uva rossa coltivata è il pinot nero), di prezzo dei vini (i nordpiemontesi, anche le Riserve, sono molto meno costosi) o di qualità generale: non voglio ora discettare o confrontare le due tipologie.
Quello che mi ha colpito è il paesaggio geografico, il contorno dipinto dall'uomo attorno alle vigne e alla natura.
In Francia percorrendo la strada principale della Cote d'Or, si viaggia tra le vigne, chiaramente quelle a bordo strada sono le meno importanti e prestigiose, ma l'effetto d'immersione uomo-natura è molto denso e passando attraverso i vari paesi si incontrano vecchie case ben ristrutturate, chiese curate, palazzi, angoli di mondi e mura antiche ed ovunque si coglie l'amore, il rispetto e non manca certo la furbizia del marketing, sia nei richiami al vino che nel preservare e disegnare negli anni quel panorama.
In Italia, percorrendo la strada principale (non l'autostrada) in nord Piemonte, si passa in mezzo a capannoni e Centri Commerciali del Qualsiasi cosa (mobili, cucine, meccanica, fai da te, supermercati) ed attraversando i paesini, oltre a qualche richiamo al vino con le insegne dei vari produttori, le belle cantine sociali e qualche centro città ancora discretamente conservato, purtroppo ci si imbatte in case antiche semi abbandonate, obbrobriosi mischioni architettonici dove vicino ai palazzi di respiro antico si piazzano costruzioni di modernità solo cronologica e di scarso gusto estetico.
I supermarchèes e i capannoni ci sono anche in Borgogna, solo che i tanto criticati francesiconlapuzzasottoalnaso, in questo caso hanno avuto l'accortezza e la lungimiranza di separare visivamente l'inevitabile modernità commerciale dalla tradizione vinicola.
Perchè noi no?
Perchè in nord Piemonte negli anni si è assitito allo scempio di vigne vecchie, spiantate per lasciare spazio a speculazioni edilizie ad uso commerciale e perchè non è mai stata progettata una "via del Vino" con attenzione all'ambiente, al fascino del passato?
Fortunatamente la rinascita vinicola è iniziata già da qualche anno con aumento delle superfici vitate che sebbene non siano ancora numericamente vicino a quelle di inizio del secolo scorso sono in sensibile aumento e con un'attenta cura nel processo produttivo, tanto che da qualche anno il "nord Piemonte" ha ripreso quota sia come diffusione che come valutazione della critica, anche specializzata (mentre gli appassionati non hanno mai abbandonato questi vini).
Speriamo almeno che se dovesse "girare" più grana, le amministrazione locali piemontesi interverranno con sensibilità nel valorizzare le molte bellezze che ancora ci sono, attraverso un progetto urbanistico che recuperi la tradizione e la storia di luoghi meravigliosi.
Ne trarrebbero giovamento anche il turismo e lo sviluppo vinicolo di tutta la zona.

12 luglio 2011

ESTATE, GRIGLIE E BBQ

Ci sono due scuole di pensiero e ognuno di noi ha un'esigenza e una preferenza personale.
La mia, dopo varie prove e confronti, va decisamente alla griglia fatta con i legnetti e poi la carbonella, mai usando alcool o infiammabili vari come fa Homer Simpson. Quando ho più tempo per curarla, uso solo la legna e la carbonella che genera. Mi piace mettere a scaldare anche una piastra o una pietra ollare su una parte della superficie riscaldata dal fuoco; serviranno per cuocere le pietanze più piccole che rischierebbero di disfarsi sulla griglia.
Per accendere parto con un foglio di giornale e tantissimi pezzetti di legna secca, poi aggiungo la carbonella che se si trova di qualità (ottenuta da legna buona, senza chimica aggiunta), che è proprio migliore il sapore e costa solo un paio di euro in più.
D'altro canto è indubbio che i BBQ a gas che tanto imperversano abbiano molte qualità: sono comodi per lo spazio, cuociono in maniera omogenea grazie al coperchio, si può tenere controllata temperatura e fiamma, si puliscono facilmente e sono pronti in cinque minuti.
Ma il profumo e il "sapore" della legna su carne, pesce o verdure dov'è?
Perchè anche se attorno si spande il profumo della carne che cuoce, al palato poi mancano quei sentori affumicati e arrostiti dati dalla legna che nessun BBQ a gas potrà mai donare.
Tolto il valore rituale quasi preistorico del cuocere su un fuoco vivo tra amici, la grigliata ha per me anche delle caratteristiche uniche ed estremamente gustose, quel sapore ce lo abbiamo dentro tutti in qualche cellula ereditata da tempi antichi senza cucine e fornelli a gas.

Se fosse musica, la griglia con legna e carbonella sarebbe come musica live, quella a gas somiglia invece ad un disco registrato in studio in sovraincisione.