20 febbraio 2007

LE PAROLE SUL VINO parte 1


Ho ricercato, chiesto in giro per trovare frasi sul vini, detti popolari, storici, altri poetici, qualcuno semplicemente divertente.
Le metto così, con la provenienza scritta a fianco, veloci veloci come tanti piccoli sorsi dal bicchiere. Ne aggiungerò altre in futuro, cominciamo da queste. Come giusto posto d'onore a Veronelli.

Il vino è il canto della terra verso il cielo - Luigi "Gino" Veronelli

A pompei, su un muro delle terme, un anonimo scrisse:"Le donne, il vino e le terme distruggono i nostri corpi e le nostre menti, ma rendono la vita degna di essere vissuta".

Acino d'uva scuro capezzolo della terra da dove sgorga nettare d'inebriante vita. (anonimo)

" Nel 1983 chiesi al giornalista Sheldon Wasserman di non pubblicare il punteggio dei miei vini. Così fece, ma non solo, sul libro Italian Nobile Wines scrisse che chiedevo di non far parte di classifiche ove il confronto, dagli ignavi reso dogma, è disaggregante termine numerico e non condivisa umana fatica. Non ho cambiato idea, interesso una fascia ristretta di amici-clienti, sono una piccola azienda agricola da 20 mila bottiglie l'anno, credo nella libera informazione, positiva o negativa essa sia. Penso alle mie colline come una plaga anarchica, senza inquisitori o opposte fazioni, interiormente ricca se stimolata da severi e attenti critici; lotto per un collettivo in grado d'esprimere ancor oggi solidarietà contadina a chi, da Madre Natura, non è stato premiato. E' un sogno? Permettetemelo". (Teobaldo Cappellano)

"Sempre pronto a una nuova idea e ad un vino antico" - (Bertold Brecht)

il Clos-Vougeot Vieilles Vignes 02 di Chateau de la Tour è un vino nel quale, se fosse un Dio, io crederei (Aramis, dal forum Gamberorosso)

"non mi sento molto bene... deve essere rimasto un po di sangue nella mia circolazione alcolica..." (Superciuk da Alan Ford)

Lascia pure all'erede ogni riposto avere, ma il vin della cantina, tu te lo devi bere! (anonimo)

NO BARRIQUE NO BERLUSCONI (Bartolo Mascarello)

"A chi no ghe piase el vin, che'l Signor che toga anca l'aqua" (anonimo veneto)

19 febbraio 2007

L'UCCELLONE


Oggi con lasagne fondenti di fontina e verdure ho aperto un ’97, colore ancora acceso, unghia granata, profumi di more, viola, affumicato e in bocca pieno, rotondo, soddisfacente in un’ ottima beva.
Bevo spesso il Bricco dell’Uccellone, lo bevo da sempre ed è per me un vino del cuore. E' prodotto dall’azienda Braida, di Rocchetta Tanaro ed esce dall’annata 1982. Un vino nato da un'idea e un sogno di Giacomo Bologna (soprannominato Braida, il nome della sua azienda, per la sua passione per un gioco di palla piemontese), ovvero fare dell’allora "plebea" uva barbera, un grande vino, passato in barriques nobili come si fa con i grandi vitigni internazionali. E soprattutto avere basse rese in vigna per concentrare il frutto al massimo, in un vino pieno, corposo, arrivando spesso ai 14° di alcool. Il curioso nome di questo vino deriva dal fatto che sulla collina della vigna vi era una casa abitata da una donna vestita sempre di scuro e soprannominata l’uselun.
La vendemmia solitamente è a fine settembre, primi di ottobre e la resa media per ha è di 65 q.li pari a ca. 44,5 ettolitri.Vinificazione: la macerazione a contatto con le bucce dura 22 giorni, con attenti rimontaggi. Il vino viene affinato in barrique nuove e vecchie in alternanza ed in base anche all'annata, poi prima della vendita sosta circa un anno in bottiglia.
Non sarò mai imparziale quando si parla di questa super barbera d’asti.
Forse perché quando ero un ragazzo ai primi bicchieri, il Bologna veniva nel ristorante di mio zio, portando le sue bottiglie. Ed una volta aperte il mio naso inesperto veniva sedotto ed invaso dai profumi di frutto rosso, di viola, spezie.
Ricordo che lo zio, sostenitore dei grandi bordeaux, arrivava al tavolo col sorrisetto furbo e una boccia di Chateau in mano, il Lafite come preferito, ma anche Latour e Margaux. Il signor Giacomo (io pensavo che bologna fosse un soprannome per via della sua mole e forse perché lo associavo al calorico salume), rideva e una volta disse : "...grandi profumi i vini francesi, anche meglio dei dopobarba". Negli anni ho letto molto di lui, purtroppo scomparso prematuramente nel 1990, curiosamente nello stesso anno di mio zio; ho scoperto era un personaggio così, provocatore positivo, esagerato, straripante ma estremamente creativo. Non era certo un vero e proprio contadino, era un uomo con un senso innato e avanguardista nel marketing e un gusto per il Piacere molto marcato e soprattutto con grandi idee sulla barbera.
Per ricordarlo con le sue parole, su una edizione natalizia di un suo vino (il Bacialè) vi è scritta una sua massima: “Costruitevi una cantina ampia, spaziosa, ben aereata e rallegratela di tante belle bottiglie, queste ritte, quelle coricate, a considerare con un occhio amico nelle sere di primavera, estate, autunno e inverno, sogghignando al pensiero di quell’uomo senza canti e senza suoni, senza donne e senza vino, che dovrebbe vivere una decina d’anni più di voi”.

E' un vino da abbinare ai classici piatti di carne e di territorio oltre che con formaggi
ANNATE PROVATE : 1982 xxxxx 1988 xxx% 1990 xxxx 1994 xxx 1995 xxx 1996 xxx 1997 xxxx 1998 xxxx% 1999 xxx% 2000 xx 2001 xxxx 2003 xxx