5 dicembre 2010

E' NOVELLO MA NON SI DICE

Ieri sera ho visto uno spot pubblicitario in cui un vecchio signore col cappello di paglia, parla in dialetto di ricordi e del vino che beveva da giovane.
Scorrono immagini di vigne, delle colline, in alternanza alle riprese con il parlato del presunto viticoltore. Quello che si percepisce dal taglio del filmato è un prodotto della natura di livello qualitativo alto. Solo verso la fine si vede il nome del prodotto, il vino si chiama Già, l'annata è il 2010. Quindi, ecco la sorpresa, è un novello.
Nel seguito del filmato, la voce recita i vantaggi e le qualità di questo tipo di prodotto, dalla bassa gradazione alla provenienza delle uve e alla fine, il nome del produttore delle langhe, Fontanafredda. Questa azienda, diventata famosa decenni fa per suoi cru du barolo è un produttore storico, che ha attraversato fortune alterne ed ora ha puntato molto sulla comunicazione, iniziando qualche anno fa con il restyling grafico delle etichette.
Non conosco professionalmente gli autori della campagna pubblicitaria, che trovo ben girata tecnicamente, luci ed immagini perfette, forse solo un po' troppo "pulite" da rischiar di sembrar fredde, ma è un dettaglio.
Oggi ho visto anche la pagina stampa su un quotidiano, in cui viene data rilevanza anche all'ecosostenibilità dei materiali usati (etichette, vetro, imballi) e alla provenienza da vitigni doc delle langhe (barbera. nebbiolo, dolcetto).
Trovo vincente l'idea di posizionamento e di marketing nel dare al meno nobile novello un'identità più precisa di quanto fatto finora. Anche altri produttori avevano dato un nome al loro vino novello in passato, alcuni ebbero anche un discreto successo ed eco mediatico (ad esempio il Nobellum dei Feudi di San Gregorio, incensato da Luca Maroni).
Però Già (quindi già vino), è un modo più innovativo di definire un semplice novello, un escamotage che potrebbe rivelarsi una molla per le vendite. Trovo ben fatta tutta l'operazione di comunicazione, soprattutto se paragonata alle pubblicità (banali quando non ridicole) dei vini in tetrabrik.
Peccato che a me il novello non piaccia proprio, nemmeno le più alte vette dei beaujoleis francesi mi hanno sedotto, nonostante un impatto di profumi davvero intensi e ricchi. I miei gusti, come si può leggere, sono per il vino da invecchiamento, quindi nonostante per curiosità proverò una bottiglia di Già (viene venduto solo in magnum da 1 litro), non diventerò di sicuro un cliente affezionato del nuovo novello con il nome.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Si ma non è un novello, bassa gradazione è ben altra cosa.
sandro m.

MM - L'Etil Elitista ha detto...

Caro Oste, pare invece che Fontanafredda insista sul concetto che non si tratta di un Novello.
Inoltre gli 11 gradi sono ottenuti mediante "dealcolizzazione" con filtri molecolari.
Ora, non sono contrario pregiudizialmente a questo tipo di produzioni e di enologia; tutto dipende dal target a cui sono rivolte e da quello che si intende offrire.
Prima di tutto, però, per dire qualcosa in più vorrei assaggiarlo.
Provvederò alla compra.
Un saluto e complilenti per il blog!
L'Etil Elitista

Andrea (l'oste) ha detto...

Ringrazio tutti per i commenti e mi scuso per l'incapacità gestionale con i post e le rispost(e).
Non ho ancora assaggiato il Già e
non dubito che tecnicamente non sia un novello grazie alla dealcolizzazione. Sono curioso di provarlo per sentire cosa mi diranno i miei sensi corrotti dai tanti vini da invecchiamento bevuti.
Se l'azienda dice che è Già vino e non un novello, avrà certamente ragione di farlo.
Quello che io percepisco dal racconto in dialetto è che un tempo il testimonial beveva il vino dopo soli pochi mesi dalla vendemmia ed immediatamente penso ad un novello, o ad un semi-novello.
Questo perchè, guardando la tradizione produttiva, i vini messi sul mercato a pochi mesi dalla vendemmia sono considerati vino nuovo, ovvero novello.
Penso che vi siano anche motivazioni tecniche su tempi e pratiche delle varie fasi.
Quello che mi lascerebbe perplesso, sarebbe scoprire che questo nuovo modo e nuova tecnica di proporre il vino fosse finalizzata solo grazie a tecniche produttive e al fine di immettere un prodotto sul mercato in tempi più brevi.
Magari invece si potranno aprire nuove frontiere enologiche produttive e non solo di mercato.
Appena proverò il Già non mancherò di aggiornare il blog.