14 dicembre 2010

VADO VIA CON LUI - ultima parte

"Maa teee tuu daindddove viieeeni?"
Era già la terza volta che la bottiglia dietro alla mia destra pronunciava questa frase, ma continuavo a non capirci molto, forse mi chiedeva chi fossi, così almeno la sensazione. Del resto che altro potrebbe chiedermi, non certo l'ora o il tempo fuori.
Sfortunatamente ad una bottiglia è precluso il linguaggio dei gesti, che aiuterebbe parecchio.
"Ti sta chiedendò de ou vien tu". Era la bottiglia dietro di me a parlare, un giovane Chardonnay della Val d'Aosta. Leggo sull'etichetta, un signor 14°, complimenti al bianco...
Gli chiedo come mai parla la mia lingua, mi spiega che il confine è vicino e qualcosina riesce a dire, mischiando anche un po' di dialetto locale.
E' allora che mi presento a lui, visto che sul retro non ho etichetta da leggere.
"Sono di Pommard , vigna les Rugiens, dalla Cote de Beaune, imbottigliato dal figlio di Hubert De Montille, nell'anno 1999; come bottiglia la mia storia personale è breve sono stato acquistato in cantina insieme a cinque "sorelle" da un rappresentante italiano che poi, per invogliare all'assaggio e all'acquisto di vini francesi, mi ha regalato ad un enotecaro idiota. Il quale appunto, mi ha messo in vendita immediatamente e pure in nero quindi. Ed ora sono qui"
Dissi la mia vita tutto di un fiato, per non sfruttare troppo intensamente i micro passaggi d'aria nel tappo che si usano per comunicare. Lo Chardonnay traduce all'altra bottiglia, credo parlino italiano, poi il bianco si rivolge a me: "Disce che avant lui non ne ha pas encontrèe di borgognonni, mais che il su' inventor est passionèe, vi ama beaucoup".
Tramite il traduttore valdostano si presenta a me quell'altro che prima non capivo: è un toscano, viene dalla zona classica e storica del Chianti, ma non è un chianti, storia lunga e assurda, dice.
Si chiama Pergole Torte ed è del mio stesso anno.
Gli dico un "ciao" rapido e torno in silenzio.
Tra bottiglie si parla poco, ho già spiegato che non si devono utilizzare troppo i microscopici passaggi nel sughero, per non allargarli e rischiare un invecchiamento rapido e poi, che vuoi parlare, a parte presentarsi e raccontare il minimo di sè.
Infatti è una vita sostanzialmente noiosa, la differenza la fanno i luoghi in cui si va a vivere, sperando di cambiare casa il meno possibile e invecchiare pian piano tranquilli.
Il resto del tempo è per prepararsi al momento più importante della propria vita, la stappatura. E' allora che il vino esce e può raccontare tutto quanto ha maturato dentro, senza trattenere più nulla.
La prima ed unica esibizione di ogni bottiglia, no reply.
Così, in silenzio, sono passati alcuni mesi dal mio arrivo nella cantina piccola e fresca.
Stamattina è passato il proprietario, ogni tanto scende, anche solo a guardare le bottiglie, a sfiorare le etichette, sorridendo. Ma oggi è stato diverso. Mi ha sollevato in alto col palmo della mano, guardando concentrato in controluce il vino. Poi invece di rimettermi sullo scaffale centrale dove stavo, mi appoggia su quello più in alto, dove non ci sono altre bottiglie ed è molto più buio.
Lo intravedo mentre guarda nelle cassette di legno e sugli scaffali, uscendo dal locale poco dopo con un altro paio di bottiglie. Tutto è stato abbastanza veloce.
Non capisco il cambio di scaffale, se è per qualche usanza che non conosco o se devo preoccuparmi. Spero che questo ripiano in alto sia per le bottiglie che sceglie di aprire quel giorno...ma si, è molto probabile, è arrivato il grande momento. Quello in cui si spera di farsi ammirare, di venire ricordati.
Prima di sera infatti, l'uomo viene ancora in cantina e con delicatezza mi prende e saliamo in cucina, c'è un profumo di carne arrosto, di bosco e di erbe; prende il cavatappi e andiamo in sala da pranzo.
La tavola è ordinata, ci sono tanti bicchieroni vuoti e cresce voglia di far bene la mia parte, tanto che trattengo il respiro mentre lui toglie il mio tappo.
Ohhhh.
Aia aperta, ossigeno, vita.
L'uomo avvicina il mio collo al suo naso, inspira e fa un grande sorriso; è tutto a posto, che gioia, ecco l'acidità che freme vibrante, sento la massa del vino che inizia a distendersi.
Poi mi appoggia sul tavolo e proprio vicino a me vedo un'altra bottiglia aperta, sempre di rosso.
Sull'etichetta c'è una donna disegnata, la scritta dell'anno, 1999.
Ma è il nome del vino che mi fa sussultare.
Pergole Torte.
E' la bottiglia che in cantina stava a destra, appena dietro di me, il Chianti che non sarebbe un chianti. Mentre faccio questi pensieri, arrivano altri due commensali e finalmente il nostro padrone di casa ci versa nei balloon.
I vecchi limiti di comunicazione con il toscano non importano più, sappiamo già le nostre storie, gli mando i profumi della mia tradizione, come un saluto.
Il toscano risponde contemporaneamente allo stesso modo.
Ora non ci sono più lingue differenti tra noi.
Nell'aria c'è la narrazione di diversi luoghi sulla stessa terra.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bello il racconto...ma finisce cosi o è la prima parte come dice il titolo?
io volevo sapere che bottiglia era!!!
ciao

Anonimo ha detto...

originale,mi sono sentita una pregiata bottiglia di vino, a quando la seconda parte?