8 novembre 2011

(GOMMA) PANE CINESE

Mi piacciono la cucina cinese, giapponese, vietnamita, thailandese e indiana sia per l'uso e la cottura particolare di molte materie prime che come fonte d'ispirazione per "contaminare" le preparazioni mediterranee che ovviamente cucino più spesso.
Per esempio gli spaghetti di soja sono semplici da reperire e da preparare, il sapore non è troppo intenso, non colonizza gli altri ingredienti e si abbinano meravigliosamente con tutto, dalla verdura a carne e pesce.
Su ricetta di un'amica cinese sto cercando di imparare a fare i ravioli al vapore, che oltre alla versione originale, mi immagino declinati anche con ripieni tradizionali della cucina italiana. Poi adoro infinitamente le spezie, in particolare quelle indiane e le radici come zenzero e wasabi che danno sempre una piacevole "scossa" ad alcuni piatti.

Quello però che non mi piace e che mi lascia insoddisfatto ogni volta che vado in un ristorante "orientale" è la mancanza del pane. Capisco di essere poco elastico e che il riso svolge a grandi linee quella funzione "assorbente" su intingoli e salse ma la croccantezza e la consistenza del pane sono per me difficilmente sostituibili. Ad esempio la scorsa settimana in un ristorante fusion dove si può mangiare scegliendo tra piatti di stampo cinese, giapponese o indiano, dato che il mio pollo al curry aveva una salsina invitante ho chiesto se avevano del pane così mi hanno portato il pane cinese, ovvero una specie di palla di gomma bianca che assomiglia alla gomma pane e ha il sapore dell'ostia da chiesa. Per me è più inutile che immangiabile e sul menu costa ben 2 euro.
Insomma trovo che non sarebbe un'eresia se nei ristoranti "etnici" servissero anche un piccolo cestino di pane per gli irriducibili. Farebbe apprezzare ancor di più molte preparazioni.

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