15 settembre 2011

IL SAPORE DELLE PAROLE BASE



"Ieri sera ho bevuto un vino toscano, buonissimo."
"Che vino era? Toscano di dove?"
"Ah non so, ma era toscano, buono, del resto la toscana..."

"Ieri sera ho mangiato un salmone, buonissimo."
"Che salmone era? Provenienza?"
"Non saprei, era salmone affumicato, buono, si sa il salmone..."

"Ieri sera ho mangiato un prosciutto crudo al coltello."
"Che prosciutto era? Di che zona?"
"Boh, era prosciutto, quello crudo, al coltello poi è buonissimo..."

Potrei andare avanti con altri esempi.
Perchè spesso ci si accontenta del sapore delle parole base senza andare a fondo, scoprire, curiosare un po' di più?
Non metto in dubbio che il vino, il salmone e il prosciutto non fossero buoni, anzi. Dando per assodato che fossero buonissimi, non informarsi sul nome, tipo e provenienza è di certo una piccola lacuna, ma anche un'occasione mancata.
Perchè è vero che le parole base ci danno una descrizione organolettica e quindi olfattiva e di gusto, ma non sono che il titolo, la superficie. Sono la base, appunto, ma poi c'è tutta la costruzione.
Temo che a volte alcuni prodotti diventino come dei brand e che il loro nome base sia sufficiente a garantirne la qualità. Cioè che dire vino toscano sia sufficiente, si sa com'è buono il vino toscano, così come mangiare salmone, che costa pure caro quindi è più buono.
Andando più nello specifico capita anche con le tipologie di vino. Del tipo: "ieri ho bevuto un brunello" "che brunello era? annata?" "boh, ma era brunello, (quindi) buono". Senza fare i fissati enomaniaci che di un vino conoscono ogni dettaglio, compreso il nome del grafico che ha creato l'etichetta.
Però informarsi con maggior profondità, permette anche di fissare meglio un sapore nella mente e potere successivamente fare il raffronto con altri prodotti uguali per nome base, ma differenti per provenienza o tipo di produzione. Vale per il vino, il formaggio, il prosciutto e tantissimo altro, quasi tutto.

Non servono molto tempo e memoria per approfondire la propria cultura enogastronomica e magari può diventare lo stimolo per far crescere una nuova passione.
Senza diventare maniaci di nulla, solo un po' più consapevoli.

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