2 agosto 2011

BIRRA AL POPOLO

Di birra ne ho parlato poco, anzi mai, faccio ammenda. La birretta estiva poi, cioè la chiara fresca alla spina o bevuta direttamente dalla bottiglietta ghiacciata insieme ad un amico, è un dono per corpo e anima, è quell'attimo dal tot giusto che non dura troppo o troppo poco.
E' la birretta insomma, un classico, una bevutina senza impegno, ma con ottimo risultato per lo spirito. Ci sono infinità di birre da scegliere, da quelle presenti in grande distribuzione fino alle più ardite alchimie artigianali. Molto curiose sono anche le etichette colorate e fantasiose. Come per il vino i gusti possono sfogarsi parecchio a cercare l'anima gemella.
Da qualche tempo ho iniziato ad apprezzare le birre artigianali, sedotto inizialmente dalle "trappiste" belghe, poi un fugace invaghimento per le weiss, le birre 'bianche' con frumento. Come per i vini, ogni tanto viene voglia di bere una birra speciale, da annusare e gustare in un lasso di tempo maggiore della birretta basic. Quest'anno, grazie ad un amico che ha curato la parte grafica e creativa delle etichette, ho scoperto un birra artigianale italiana davvero notevole. Anzi, non una birra, ma cinque.
Le produce il Birrificio Sant'Andrea di Vercelli e da quanto mi ha raccontato l'amico art director, i soci sono un gruppo di amici con molta passione che hanno avuto la fortuna di incontrare un mastro birraio di quelli bravi: Andrea Bertola. Le birre del BSA che ho bevuto -e che descrivo qui con termini impropri da bevitore di vino- sono la LEONE, una bionda speziata con un corpo non banale, impatto cremoso al palato con retrogusto amarognolo. Poi la GALLO, molto profumata, con arancia candita, qualcosa di affumicato, quasi esotica e molto complessa, intensa, davvero molto buona. Salendo di grado alcolico c'è poi la RiOt, 8,1° che nonostante la gradazione ha una bevibilità notevole. La mia preferita tra quelle provate è la HEY HO TO GO, che oltre a donare una percentuale per costruire pozzi in Togo, ha un equilibrio ed una struttura esemplari (e poi nel nome ricorda la frase all'inizio di Blitzgrieg bop dei grandissimi Ramones, "Hey ho let's go..."). Purtroppo non ho ancora assaggiato la FOG, la "bianca" del birrificio, anche se non è una weiss nel modo tradizionale, ma personalizzata appunto dal mastro birraio.
Fa realmente piacere vedere e soprattutto bere un prodotto buono sapendo che dietro c'è un progetto nato tra amici; tifando per i meno famosi che hanno talento, per me è stata una fortuna averci incocciato.
C'è anche il sito http://www.birrificiobsa.com

1 commento:

mikele ha detto...

Potevi scrivere però che sono introvabili...