25 settembre 2007

COMPLEANNO


Resoconto del pranzo di festeggiamento, durante il quale, tra amici appassionati (Antonio ha beccato tre rossi su 5, apperò...), tra varie e cibarie, piccoli futuri bevitori urlanti si è bevuto, dopo un paio di bolle autoctone, direi bene:

Bianco Riserva 1999 - Villa Bucci, bevuto spesso, ha indipendentemente dai bonus della grande annata, uno stile ed un'identità estremamente coerente. Questo forse solo un po' reticente al naso, pur minerale e sapido, aveva un'acidità molto equilibrata, classe più che materia. Tre bicchieri.

Puligny-Montrachet 2002 - Leflaive - Manuale dello chardonnay, primo capitolo. Un'amica mezza astemia ha detto "sa di torroncino". Bingo?

Reserva las Hormigas 1997 - Altos - lo pensavo di riscaldamento, giusto per accompagnare il racconti d'Argentina, invece un figurone. Si sente ancora un filo di legno, ma che bell'equilibrio tra acidità e morbidezza. Malbec in purezza. Due bicchieri pieni.

Brunello 2000 - Poggio di Sotto - annata minore? ma il godimento è sempre quello. Freschezza, frutto, terra e alcol in armonia esplosiva. Tutto perfetto in un pugno, tutto in un uomo. Grazie Palmucci per il piacere che ci dai da bere. Tre bicchieri, alla faccia dell'annata.

Barolo 1990 - Francesco Rinaldi - Quello che mi piace di un nebbiolo semplice. ed invecchiato Serio, netto, franco.

Clos de la Roche 1999 - Armand Rousseau questa volta questo gran cru mi è piaciuto. Finora per le poche annate provate, sia di Rousseau che di altri produttori, non mi aveva sconvolto. Questo anche se si sente che ha ancora davanti un gran numero di anni/potenziale è davvero buono. Non è esile, è equilibrato. Il fruttino, la lavanda non invadono mai, armonia. In bocca è giovane ma dal tannino setoso, grande freschezza e persistenza.

Barbaresco Gaiun Martinenga 1983 - Cisa Asinari, ancora vivo, nonostante il color granata, terziarizzato benissimo, con complessità e cannella, anche profumi di frutto sotto spirito. Ancora bella l'acidità, piacevole l'alcol e la persistenza. Ricordo un '80 ma soprattutto un 1982 buonissimo di questo storico cru che credo sia un monopole. Ho saputo che sta tornando ai grandi livelli, per me quello è il suo posto.

Dettori Romangia 2000 strano davvero. Il meno identificabile, profumi un po' troppo avanti per l'annata, leggera ossidazione. Mentre in bocca è esplosivo, grazie anche ai 16,5° di alcol, anche troppo, però è molto piacevole nella sua "naturalità" ma non pulitissimo. Finale interminabile. Da amarone. c'era anche un grandissimo Riesling Spatlese 1979 ma il nome non lo ricordo proprio, aveva un'aquila leggermente inquitante in etichetta e il colore era quello dell'oro antico.

Grazie a tutti gli amici per la bellissima giornata.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarà per il prossimo anno. Qua di rosso c'erano solo le macchie del morbillo e si brindava a tachipirina.
Auguri retrodatati!

Anonimo ha detto...

complimenti e buon compleanno maestro!