14 gennaio 2007

ANDATA DUEMILASEI


Allora il 2006 è finito e avrei voluto ricordare qui le bottiglie bevute.
Non che una mia classifica abbia un senso, non ho bevuto tutti i vini per poterne stilare una che sia attendibile.
Potrei mettere i miei personali oscar, nel bene e nel male.
Ma se guardo un po più in profondità, quello che l’anno trascorso mi ha lasciato sono più sensazioni della mente che di olfatto o gusto.
Il pensiero lo rivolgo al clima, a questa terra che sembra sbuffi per il caldo dell’atmosfera in realtà lo fa per la noia dell’essere umano che la martoria. Immaginate la terra, come un’unità pensante superiore, probabilmente una divinità. La terra, volendo, può salvarsi da sola, in realtà sta pensando cosa fare con l’uomo, se sperare ancora di vederci rinsavire.
Ma temo possa anche considerare la possibilità di liberarsi di noi, tenendosi magari quelli che chiamiamo gli animali.

Tornando alla realtà (?), mi domando come sarà il futuro del vino se i cambiamenti climatici dovessero sconvolgere gli attuali paramentri geografici della vite.
Immaginiamo temperature superiori di molto al 2003 (i cui vini sono spesso “cotti”, nati da uve stramaturate dal caldo, li proveremo i barolo, i brunelli). Come saranno i vini di Bolgheri, già molte volte muscolosi e concentrati di alcool? Anche i microclimi più speciali, le zone dai terroir più pregiati, potrebbero avere consistenti cambiamenti, anche di temperatura della terra, non solo dell’aria. Non sono un geologo ma usando la geo-logica...(...non tu Geo)

Allora mi viene in mente un’idea folle ma forse futuribile, che per assurdo potrebbe diventare realistica.
Quali zone d’Europa avranno cambiato tra 20 anni il proprio microclima al punto di far nascere nuove frontiere produttive in paesi attualmente esclusi dal mondovino. Forse asssisteremo alla rivoluzione inglese, con temperature miti che consentiranno la nascita del Barolo del Kent, il Barbaresco del Sussex. Oppure, restando nel continente, avremo i Brunelli di Amsterdam, ed i chianti di Groningen. Mentre in Sicilia si farà il rhum alle mandorle con la canna da zucchero...

Risveglio dall’incubo. Sinceramente sono per l’amore della storia e per rispetto dei sacrifici delle persone che in Italia, in Francia, Germania e Spagna hanno scritto la vita del vino (ovvero i paesi con almeno un bel secolo di storia stra le vigne)
Spero che come spesso capita, l’essere umano arrivato sul filo del precipizio per la strizza provata, reagisca. E ci salviamo tutti, e tutti i vini.
Ingenuo e sbrigativo, ma questo è un blog sul vino e d’altronde con gli attuali grandi piccoli uomini che reggono le sorti del mondo, cosa pensare? Meglio bere và.
Volevo tornare al 2006, ai vini bevuti, ma temo siamo già oltre lo spazio di una chiacchierata in osteria, dai, facciamo così…i nomi dei vini nel prossimo post.

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