16 giugno 2007

UNA TRANQUILLA SERATA DI TERROIR

Prima di tutto un grazie agli ospiti e agli amici, sperando che i secondi aumentino...
Con il numero ideale di commensali (7 persone una per ogni bottiglia da 0,75) e con antipasto di croquetas de bacalao, croissant di gamberi, brodetto di scorfano con calamari e fette di pane abbrustolito (bruciacchiato..,), poi spaghetti alla chitarra con ragù di d’agnello e infine tagliere con quattro formaggi:


Bollinger RD 1988
Come fare l’amore in una pasticceria, strepitoso, assoluto. Una delle cose eccezionali della vita. Vino della serata. Se le bolle fossero tutte così altro che rossi…

Batard-Montrachet 1991 – Ramonet
Peccato, fortissimamente peccato. Naso andato, bocca che lascia solo intuire ciò che sarebbe, mai bevuto prima, purtroppo nemmeno ora. Intanto grazie a Luca per tutte le spiegazioni sul cru. N.C.

Anjou 2002 – Vignes Francais
Bellissimo colore ambra rosato chiaro, profumi davvero freschi, con un piacevole salmastro, bocca radiosa di frutto ma non molto voluminosa e persistente.

Echezeaux 2004 – Mugneret Gibourg
Gran colore, acceso, brillante. Un naso seducente di fragoline, forse una noticina di incenso, di sicuro erbe aromatiche. Mi vien da dire “forte estrazione aromatica”, perché spesso con questo grande cru, mi capita di trovare i profumi una riga sopra il mio gusto, come venissero tirati fuori. Non costruiti né caricatura ma solo troppo “dolci”. Al palato mi è piaciuto molto, anche se i tannini sono giovani, niente “verde”. Una bevibilità davvero grande e persistenza corrispondente e lunga.
Godurioso come sfrecciare su una decappottabile in primavera. Si sente che è un domaine al femminile, ed è un pregio.

Cornas Granits 60 2005 – Vincent Paris
Syrah, in tutto e per tutto. Colore, profumi, bocca, il corredo completo. Al naso è un'esplosione di pepe, carne, olive nere. Sicuramente giovane ma sicuramente un bel vino. Ci fosse stata una bisteccata alla griglia andava a nozze. Persistenza molto lunga.

Chateau Lynch Bages 1996
In una parola souplesse. Nello specifico un gran vino, il rosso della serata, sulla soglia dei 3 bicchieri e mezzo. Impossibile non finire la bottiglia. Un campionario di profumi caldi, tabacco, carne. Meravigliosa la sensazione di pienezza in bocca. Impeccabile, lo dico sempre, dovrebbe salire nella gerarchia dei cru bordolesi.

Ornellaia 1997
A me piacciono i vini di Bolgheri, mi piace l’animalità un po selvatica, i profumi di macchia, erbe e resina. Non è un vino estivo, ha molto corpo e ne risente la bevibilità (l’avanzino me lo faccio tra poco con uova e bacon). Anche agli altri è piaciuto, ma meno entusiasti.
E’ penalizzato dal bordolese vicino, meno pulito stilisticamente, però in bocca ha forse un volume superiore, non solo alcol, è materia, magari non perfettamente inserita in una silhouette ideale, ma mi piace pensare che sia un marchio, un tratto della personalità bolgherese. Peccato che le bottiglie di adesso non abbiano più la sigla M.L.A., lui lo faceva meglio di loro.

Barolo Brunate 1993 – Roberto Voerzio
Quando il manico frega l’annata. Che bel vino, il naso complesso e stratificato, cipria, cacao, rose secche. E la bocca ancora viva e appagante. Ci ho sentito un retrogusto di nocciola con cioccolato nero, ma forse ero già in tilt etilico.

Montesodi 1985 – Frescobaldi
Un vecchietto in forma smagliante. Ancora fresco e di bella beva. Peccato arrivi alla fine di tanti e siamo un po appagati. Ne è avanzato un po’ e stasera con due spaghetti al pomodoro…

Barolo riserva 1985 – Dosio
Peccato, più di là che di qua. Soprattutto al naso. Riprovato stamani ma proprio ossidato. A natale una bottiglia gemella mi aveva dato molto piacere.

In finale anche un buonissimo riesling auslese 1993 di Jos Christoffel, davvero un piacere e un Capitelli 1995 che al mio palato, ignorante in materia, sembrava un buon vinsanto.
A parte l’assenza di Montalcino e Duero i terroir storici sono stati ben visitati…